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(di Silvestro Delle Cave)

Il rapporto ISTAT 2022: una panoramica sul nero fiscale e sulle prospettive di recupero

Secondo l’analisi annuale dell’ISTAT del 2022, l’economia sommersa in Italia ammonterebbe a circa 200 miliardi di euro. Di questa cifra, circa 20 miliardi sono ascrivibili all’economia illegale, ovvero a prodotti che le aziende vendono senza licenza commerciale o che non possono immettere sul mercato regolare.

Rimangono dunque 180 miliardi che sfuggono alla tassazione da parte dello Stato italiano. Questa cifra comprende il fenomeno della “sottodichiarazione” dei redditi, ovvero quando si dichiara un guadagno inferiore a quello effettivo, con un’evasione stimata intorno ai 100 miliardi di euro. La restante parte, circa 80 miliardi di euro, riguarda attività che sfuggono del tutto alla lente del fisco, rimanendo così invisibili all’interno dell’economia italiana.

Anche l’economia illegale ha registrato un aumento del 3% rispetto all’anno precedente. Se una parte di questa economia sommersa fosse reintegrata nel circuito legale, si potrebbe ottenere un miglioramento significativo dei conti pubblici, permettendo al governo di ridurre le imposte.

Negli ultimi anni, il “nero” proviene in misura crescente dai professionisti, come consulenti per aziende e individui, più che dal settore delle costruzioni. Un possibile intervento potrebbe essere un accordo, una sorta di patto fiscale, con chi evade per ridurre il fenomeno della sottodichiarazione, legato spesso all’elevata pressione fiscale italiana.

Sarebbe quindi necessaria una duplice azione: una lotta più incisiva contro l’evasione fiscale, accompagnata da una riduzione delle imposte. Questo duplice approccio favorirebbe un recupero sano dell’economia e inciderebbe positivamente sul benessere della popolazione italiana.