La vittoria dello scudetto del Napoli, non ha acceso solo la passione sportiva, ma ha generato un’ondata di ordini che ha messo in moto una macchina logistica senza precedenti. A farlo sapere, è stata Poste Italiane, che ha visto i portalettere napoletani protagonisti di un picco di consegne: già nelle ore successive alla festa, migliaia di gadget celebrativi acquistati online sono arrivati nelle case dei tifosi, quando la città era ancora in festa. Un episodio che ha dato concretezza al primato raggiunto da Napoli e dalla Campania nell’universo dell’e-commerce italiano.

Napoli e Campania, numeri da leader dell’online

Secondo il report elaborato da InfoCamere-Unioncamere su dati Movimprese, la crescita dell’e-commerce nel Sud è stata straordinaria. In Campania, dal 2014 al 2024, le imprese del commercio online sono aumentate del 393,5%, seguite da Calabria (+294,2%) e Molise (+251,1%). Napoli, con 4.120 aziende attive, rappresenta il 9,5% del totale nazionale, superando sia Roma sia Milano. Il capoluogo campano vanta anche il maggior incremento assoluto del decennio: +3.418 imprese, pari a una crescita del 486,9%.

A livello nazionale, le imprese iscritte al Registro delle Camere di Commercio e attive nell’e-commerce hanno raggiunto quota 43.379, un incremento del 225,6% rispetto a dieci anni fa. La Lombardia resta prima per numero di aziende (8.545), seguita proprio dalla Campania (6.484) e dal Lazio (5.088).

Un ecosistema che cresce e si struttura

Il fenomeno dell’e-commerce al Sud, e in particolare in Campania, è oggi sinonimo di innovazione e maturità imprenditoriale. Il polo della Federico II di San Giovanni a Teduccio si è affermato come cuore pulsante dei nuovi ecosistemi tecnologici. A trainare il comparto sono le micro e piccole imprese, ma non mancano realtà più strutturate, capaci di competere a livello nazionale. La fascia d’età prevalente delle aziende digitali va dai 6 ai 25 anni di vita, segnale di un settore che si sta consolidando.

Il commercio resta il settore più rappresentato (47,5% delle imprese), seguito dai servizi (24%). Tra i comparti industriali con la maggiore incidenza figurano le bevande (25,5%), l’editoria (18,6%), la chimica (12,6%) e l’alimentare (12,1%).

E-commerce, motore di valore e sviluppo

Il recente studio “L’e-commerce crea valore per l’Italia”, realizzato da Netcomm e Althesys, quantifica l’impatto del commercio digitale: nel 2024 il settore ha generato un valore complessivo di 150,1 miliardi di euro, pari al 7% del PIL, con una crescita del 6,6% sul 2023. Il valore aggiunto prodotto ammonta a 88,6 miliardi, a cui si sommano 50 miliardi di ricadute indirette e 41,2 miliardi di ricadute indotte.

Sul fronte della comunicazione, l’82,7% delle aziende ha almeno un canale social: il più utilizzato è Facebook (84,4%), seguito da Instagram (69,6%), mentre YouTube, LinkedIn e X superano il 10% di presenza.

Un impatto decisivo anche sull’occupazione

L’e-commerce è diventato una leva strategica per l’occupazione. La filiera del digitale coinvolge 1,8 milioni di lavoratori – il 6,8% del totale degli occupati in Italia – con un incremento del 15% tra il 2022 e il 2023. La quota di salari generata dal settore ha raggiunto i 40,3 miliardi di euro, con un +13,8% rispetto all’anno precedente. Sono 1,17 milioni i lavoratori direttamente attivi nella filiera: 310.000 nei fornitori, 542.000 tra retailer, brand e marketplace, e 319.000 nei servizi di logistica, consegna e pagamento.