Europa, Italia, Africa, demografia a confronto
Le prospettive demografiche sono spesso un qualcosa che si tende a trascurare, non mostrando un impatto radicale sul brevissimo periodo, eppure saranno uno dei fattori più importanti per la lettura degli equilibri futuri. La demografia, infatti, influenza allo stesso modo fattori importantissimi come la politica, l’economia e non ultimo il clima.
Il tasso di natalità dei paesi UE si aggira intorno a 1.5-1.6, vale a dire che le morti sono più numerose delle nascite. Se alcuni paesi risultano in condizioni leggermente migliori, come il caso della Francia (circa 1.8 figli per donna), lo stesso non si può dire del Bel Paese, che con un tasso di natalità di 1.34 si conferma fanalino di coda europeo. Basti pensare che se si esclude la variabile immigrazione, nel solo 2016 si sarebbe registrato un decremento della popolazione italiana pari a 235.000 unità. Dietro l’Italia solamente la Spagna, che con i suoi 1.33 figli per donna è il paese europeo dove si fanno meno figli.
La situazione appare completamente rovesciata in Africa. Negli ultimi 60 anni la popolazione del continente nero è infatti aumentata del 450% (quella europea appena del 26%). Il numero medio di figli per donna si attesta intorno a 4.5, più del doppio della media globale. Un paese come la Nigeria conta ad oggi 200 milioni di abitanti (40 anni fa ne contava circa la metà) e stime delle Nazioni Unite prevedono che toccherà i 500 milioni nel 2050. Tale situazione esemplificativa è comune a quasi tutti i paesi africani. Le conseguenze di questo aumento vertiginoso saranno l’impoverimento ulteriore di nazioni già poverissime, il dissesto climatico dettato dalle necessità di un fabbisogno urbano schizzato alle stelle e ovviamente l’intensificarsi del fenomeno migratorio.
L’Europa continua ad investire poco nelle politiche demografiche, con rare ma significative eccezioni. Se in Italia il problema non sembra destare particolari preoccupazioni, paesi come Ungheria, Francia e Polonia hanno varato pacchetti di politiche familiari imponenti, che si sono rivelati abbastanza efficaci. L’Ungheria è riuscita a passare dal preoccupante dato di 1.2 figli per donna del 2010 all’1.5 attuale (con un aumento dei matrimoni del 42%). In Polonia invece, misure come quella del “500+” consentono dei sussidi alle famiglie per ogni figlio dopo il secondo; si stima che in Polonia le nascite siano aumentate del 10% a partire dal 2015.
D’altro canto, la crescita illimitata della popolazione africana avrà conseguenze pesantissime per l’Europa, che specie in un momento di crisi demografica non si potrà permettere di integrare un numero di persone esponenzialmente superiore rispetto a quello attuale. La risoluzione del problema della sovrappopolazione africana è un qualcosa per cui nessuno stato, come nemmeno la comunità internazionale, ha proposto soluzioni efficienti, ma il problema rimane e solo per quest’anno alcune fonti parlano di 2.6 milioni di migranti climatici (la maggior parte trai diversi paesi africani). Cifre preoccupanti che diventano sempre più difficili da ignorare.