Il Recovery Fund, una misura post Covid
Ammontano a 1800 miliardi di euro i due pacchetti disposti dalla UE per stimolare la ripresa economica dopo la flessione dovuta alla pandemia da COVID-19. Di questi, 750 miliardi compongono il famigerato Recovery Fund, ben 250 miliardi in più rispetto a quanto proposto negli scorsi mesi da Francia e Germania. Di contro alle proposte dei paesi “frugali” che avrebbero voluto un piano di soli crediti, il fondo sarà diviso tra 390 miliardi di euro di sovvenzioni e solo 360 di crediti.
La misura rappresenta un passo importante sulla via dell’unione fiscale, dato che per la prima volta avverrà una condivisione del debito tra gli Stati membri, con la possibilità, da parte delle istituzioni UE di emettere titoli comuni europei. Il finanziamento del fondo avverrà proprio tramite l’emissione di Recovery Bond, che dovrebbero permettere di raccogliere la liquidità necessaria per inviare gli aiuti entro il primo trimestre del 2021. In ogni caso, il Recovery Fund, essendo la prima grande strategia fiscale condivisa, rappresenta una “svolta” che potrebbe dare vita ad un nuovo grado dell’integrazione europea, nonostante la condivisione del debito sia stata fortemente avversata da paesi come Olanda e Austria.
Per reperire i fondi, gli Stati non devono versare denaro, a differenza di altri meccanismi come il MES, ma semplicemente farsi garanti di sostenere i titoli per una somma ripartita in base al PIL. Il debito di 750 miliardi sarà poi pagato entro il 2058, anche se non è ancora stato chiarito in che modo andrà ripagato (contributi dei paesi membri o riduzione dei bilanci).
I principali destinatari del fondo sono paesi come Italia, Spagna e Polonia; secondo il governo Italiano, il Bel Paese riceverà un totale di 208 miliardi di euro, di cui 81 di sovvenzioni e il resto di crediti. Di difficile comprensione appaiono ancora le condizionalità, anche se sembra che una buona quota (ca30%) sarà impiegata per l’implemento di politiche green; al contempo sembra definitivamente accantonata la condizione del rispetto delle libertà civili per l’erogazione del fondo dopo le minacce da parte dei paesi dell’Europa orientale.