Irlanda: l’alcol uccide
Via libera dell’EU per le etichette salutiste sulle bottiglie irlandesi
(Di Marco Rullo) “Il consumo di alcol favorisce l’insorgere di tumori mortali”, questa una delle frasi che in futuro potremmo trovare sulle etichette degli alcolici in Irlanda a seguito della normativa annunciata da Dublino lo scorso giugno e recentemente approvata dalla Commissione Europea.
Scelta pericolosa secondo l’opinione degli Stati membri dell’Unione Europea, la cui accusa si sofferma sull’idea che si favorisca così una barriera al mercato interno e si metta a rischio un patrimonio culturale senza valide motivazioni.
Numeri a rischio
In Irlanda vengono vendute circa 9 milioni di bottiglie di vino l’anno, di queste l’Italia ha una quota del 10%. Nel 2021 l’Italia ha venduto nel mondo 750.000 bottiglie di prosecco, le bottiglie vendute in Irlanda sono quindi un numero irrisorio, ma è da considerarsi il rischio che il provvedimento Irlandese venga adottato su scala Europea.
Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, giudica con toni duri la normativa, affermando che sia un attacco diretto all’Italia che mette a rischio oltre 14 miliardi di fatturato.
Commissione Europea
“Nessuno è contro il vino, penso che un bicchiere di vino piaccia a tutti, ciò di cui si occupa il Piano per battere il cancro è il consumo dannoso di alcol, che è una preoccupazione di salute pubblica”, come riportato da Ansa, queste sono le parole di Stefan De Keersmaecker, portavoce della Commissione Europea.
Canada
In Canada le linee guida del Governo sul consumo di alcool seguono la scelta dell’Irlanda: sconsigliati più di 2 drink a settimana.
Virologi
Anche l’immunologa Antonella Viola appoggia l’Irlanda e afferma che il vino è un agente altamente cancerogeno e che rimpicciolisce il cervello.
A risponderle Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova, dal suo profilo Facebook: “Non è la mia materia questa volta e nemmeno per la professoressa Viola. Mi sembra che abbia sconfinato. E poi, mi chiedo, perché non si fa la stessa crociata contro zucchero, burro, bibite gassate, merendine o cibi da fast food che fanno molto peggio di un bicchiere di Pinot nero? Premesso, naturalmente, che bisogna combattere abusi ed eccessi, lo studio citato dalla Viola sul cervello più piccolo di chi beve suscita molte perplessità. Che un consumo saltuario di vino riduca le dimensioni del cervello mi lascia scettico: si tratta, peraltro, di uno studio svolto in Inghilterra, Paese dove si consuma per lo più birra o superalcolici, pubblicato su Nature, che prende in esame 30mila persone. Un lavoro criticatissimo anche da molti ricercatori. E poi, attenzione: non c’è evidenza che il vino faccia male, né che una quantità minima faccia venire il cancro. L’abuso, ovviamente, è sbagliato. Così come è sbagliato che lo Stato venda le sigarette, e sarei d’accordo nel mettere le etichette sui superalcolici, dannosi.”
Effetti cancerogeni dell’alcol
Lo IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) classifica l’alcol come agente cancerogeno dal 1988, agente inserito nel gruppo 1, ovvero quel gruppo di sostanze per le quali sono presenti abbastanza prove scientifiche vista la loro capacità di influenzare l’insorgenza di tumori, anche se ad oggi non sono noti tutti i meccanismi attraverso i quali l’alcol favorisce l’insorgenza tumorale. Secondo gli studi tutti gli alcolici sono un fattore di rischio: non è il tipo di bevanda alcolica a favorire più o meno tumori, ma la quantità. La maggior parte dei tumori legati all’alcol si verifica quando le quantità di alcol assunte superano le soglie raccomandate.
L’alcol non interagisce da solo, ma spesso con il fumo: diversi studi testimoniano che il rischio di sviluppare certe forme tumorali per chi è fumatore e bevitore non si sommino, ma bensì si moltiplichino. Chi beve alcol ha il 32% di probabilità in più di sviluppare un tumore alla bocca o alla gola rispetto alla popolazione generale, ma se chi beve è anche fumatore il rischio e quasi dieci volte maggiore.