Arriva il logo “No Slot” per gli esercizi commerciali contrari alle slot machine

Un simbolo di appartenenza a una consapevolezza nuova, basata sul contrasto all’utilizzo di slot machine e affini. Il Logo “No Slot” potrà essere a breve richiesto ed esposto da locali commerciali, circoli privati e associazioni non riconosciute. Lo scopo è creare una rete di locali in possesso di un “bollino” che assicuri la non adesione a una linea commerciale che può esser nociva per gli utenti, scatenando diverse forme di ludopatia.
L’idea è nata col decreto dignità dell’anno scorso ed è stata “sviluppata” da un più recente decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che fissa tempi e modalità di richiesta: la domanda, corredata di foto del locale o della sede (in caso di associazioni), dovrà essere inoltrata allo sportello unico delle attività produttive presso gli uffici comunali di riferimento. Essa inoltre dovrà essere accompagnata da una dichiarazione autocertificata in cui il titolare si impegna non solo a non istallare gli apparecchi di intrattenimento, ma anche a non provvedere ad alcun tipo di pubblicità per giochi o scommesse con vincita in danaro. Infine, la dichiarazione dovrà contenere una descrizione dei flussi d’utenza, con particolare riferimento alla fascia d’età degli avventori abituali del locale.
Un provvedimento che si innesta nella scia di una maggiore informazione, che negli ultimi anni ha posto i riflettori sui pericoli e sui danni delle ludopatie e che aveva già portato spesso alla nascita di soluzioni locali o regionali per contrastare il fenomeno. Lo scorso anno, infatti, la Regione Toscana aveva già varato il piano regionale di contrasto al gioco d’azzardo e aveva già avviato il programma di esposizione del logo “No Slot” da parte degli esercizi commerciali aderenti. La Lombardia invece, sempre nel 2018, aveva stanziato 8,5 milioni di euro per potenziare azioni volte alla prevenzione e alla cura del gioco d’azzardo patologico, fornendo risorse alle Ats (Aziende di tutela della salute), alle Asst (Aziende socio sanitarie territoriali), ai Comuni e all’Ufficio scolastico regionale. Destinatari attentamente scelti in modo da offrire assistenza sia ai soggetti direttamente coinvolti, sia ai familiari, ai genitori e ai docenti. Un aiuto che coinvolge non solo il profilo della cura, ma anche quello della prevenzione. Alcuni enti locali avevano addirittura previsto agevolazioni sulla Tari per commercianti che decidevano di non istallare nei loro locali slot machine.
Misure rese necessarie dai dati sul gioco d’azzardo. Gli ultimi certi, quelli del 2017, riportati dai Monopoli di Stato mostrano una spesa annua di 101.85 miliardi di euro da parte degli italiani per gioco d’azzardo (dati che si riferiscono soltanto ai giochi legali, con esclusione di quelli di matrice illegale gestiti dalla malavita). Dati aggravati dall’ulteriore circostanza che, secondo l’Espresso, i malati di ludopatie in Italia sarebbero quasi 800.000 (tra cui tantissimi giovani e molti disoccupati che sperano in vincite per risollevare il proprio status economico).