Napoli cambia volto e lo fa a partire dalle sue periferie. Ad un anno dalla chiusura formale dei cantieri del Pnrr, il bilancio tracciato dall’Osservatorio Economia e Società del Comune racconta di una città in trasformazione: 3,9 miliardi di euro d’investimenti, un impatto stimato del 7% sul Pil cittadino e circa 8.000 nuovi occupati.
Il dato più significativo riguarda la geografia dei fondi: quasi il 70% delle risorse è stato destinato alle periferie. Su tutte, La Municipalità 6, che comprende anche Ponticelli e Barra, sono in corso 13 interventi. Ancora più consistente il finanziamento diretto alla Municipalità 8 – Chiaiano, Piscinola, Marianella e Scampia – con oltre 117 milioni di euro, pari a una media di 23 milioni a progetto.
«Migliorare Napoli – ha dichiarato il sindaco Gaetano Manfredi – significa investire dove il divario è più forte. Solo così possiamo creare coesione e rendere la città più competitiva». Lo dimostrano progetti come l’acquisto di 296 autobus elettrici da oltre 144 milioni, pensati per servire proprio le zone ancora isolate dalla rete metropolitana.
I fondi del Pnrr, insieme a quelli del Patto per Napoli – 1,2 miliardi erogati dal Governo Draghi – hanno permesso di abbattere il deficit comunale, passato in tre anni da 5 a 3,7 miliardi. Il Comune ha attuato finora l’85% dei fondi disponibili, puntando su settori strategici come edilizia scolastica, digitalizzazione, transizione ecologica, inclusione e cultura.
Tra gli interventi simbolici anche la rinascita dell’Albergo dei Poveri, con 250 milioni di euro complessivi, di cui metà da fondi di coesione europei. E proprio sugli investimenti europei Manfredi lancia un appello: «Le risorse devono andare direttamente ai Comuni. Solo così si riducono i tempi, si aumenta la trasparenza e si porta davvero sviluppo sui territori».