USA e Giappone, nuovo accordo commerciale sui prodotti agricoli
Nell’era statunitense dei dazi commerciali un accordo economico promosso dal presidente Donald Trump non passa di certo inosservato. Nella giornata del 25 settembre è stata firmata una bozza di accordo che ha per oggetto l’eliminazione o l’abbassamento di tariffe su alcuni prodotti scambiati tra USA e Giappone. Più nello specifico l’accordo si riferisce a prodotti agricoli (circa il 90% dei totali statunitensi esportati in Giappone), anche se l’abbassamento delle tariffe riguarda ugualmente alcuni prodotti tecnologici. Tra i prodotti giapponesi importati dagli USA su cui verrà eliminata o abbassata ogni tariffa vi sono la carne di maiale e manzo, ma anche frutta e verdura.
Gli USA inoltre elimineranno le tasse sulle importazioni giapponesi di tè e salsa di soia. Riduzioni anche su frumento, mais, formaggi e vino. Con riferimento ai prodotti tecnologici, invece, l’accordo si concentra anche su beni immateriali come file video, musica o e-book che potranno essere trasferiti tra piattaforme dei due Paesi senza costi aggiuntivi. Una vera vittoria, come ha affermato Donald Trump, per gli agricoltori e gli allevatori statunitensi, nonché un notevole passo in avanti verso un “commercio equo e reciproco”. Sempre secondo il presidente americano l’accordo servirà a ridurre il deficit commerciale USA.
Shinzo Abe, primo ministro giapponese, secondo un report della Casa Bianca, ha dichiarato che l’accordo avrà “un grandioso e positivo impatto sull’economia globale”. L’accordo non fa riferimento alle tasse per l’importazione negli USA di autoveicoli: Trump, infatti, ha annunciato un piano di intensificazione delle tasse per i veicoli esteri. Il primo ministro del paese del Sol Levante, però, ha affermato che, pur non essendo previsto nulla a riguardo nell’attuale accordo, Trump l’avrebbe rassicurato che i veicoli di produzione giapponese non saranno soggetti a tale provvedimento. Un patto importante che fa ben sperare su nuove partnership nell’area asiatica ma che, secondo gli analisti, non è un buon segno nell’instaurazione di una pace commerciale dell’altro grande colosso economico, la Cina.