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A partire da febbraio 2020, ovvero inizio pandemia, il marketing ha fatto passi da gigante, soprattutto nei processi di business in qualsiasi settore economico. La maggior parte dei professionisti del marketing afferma che è rimasto ben poco dei modelli e delle practice utilizzate prima di quella data. Di certo non solo da escludere i canali, soprattutto digitali, utilizzati per coinvolgere clienti con il flusso di lavoro interno.

Un mondo che cambia

L’emergenza sanitaria ha apportato cambiamenti: a livello globale il 77% dei marketer, ovvero gli operatori del marketing, afferma come il proprio lavoro abbia assunto un maggior valore rispetto a quasi 2 anni fa; il 66% ipotizza una crescita dei ricavi per la propria azienda nei prossimi 12/18 mesi.

Secondo un report annuale di State of Marketing condotta da Salesforce su oltre 8.200 manager di aziende attive in diversi Paesi di cui 300 in Italia:

«Nel corso di poco più di un anno, i professionisti del marketing in Italia hanno visto e sperimentato cambiamenti nel comportamento dei propri clienti che normalmente si sarebbero verificati nel corso di svariati anni», ha commentato in proposito Andrea Buffoni, Regional Vice President di Salesforce Marketing Cloud.

Durante i vari lockdown è cambiato il processo di acquisto di beni e servizi, in quanto si sono spostati verso l’online in brevissimo tempo. Ciò ha comportato un rapido aggiornamento delle strategie di engagement del consumatore sul digital, aspetto attualmente prioritario per moltissime imprese. Grazie all’avanzamento delle strumentazioni digitali le aziende si sono adattate con: “la focalizzazione dei Cmo è ora orientata su innovazione e tecnologie martech, gestione dei dati e personalizzazione in real time, esperienze utente omogenee cross-canale e cross-dispositivo”.

Un continuo aggiornamento digital

A spiegare quali aree interessano maggiormente questo nuovo aspetto del marketing è Fabrizio Lingesso, Head of Marketing di Fineco.

«Oggi assistiamo a un cambio radicale di esigenze, aspettative e comportamenti dei consumatori avvenuto nel giro di pochi mesi, rivelando uno scenario che ha imposto alle aziende di ripensare non solo le strategie di comunicazione ma l’intera customer experience».

«La prima è quella dell’innovazione, intesa come creazione di marketing journey sempre più customizzati attraverso contenuti mirati e momenti di interazione con gli utenti. Per fare questo servirà un’adozione massiva dell’automazione e una centralità ancora maggiore dei dati nell’elaborazione delle strategie. La seconda è quella del meaning e purpose: la pandemia non ha stravolto soltanto le nostre abitudini di acquisto ma anche il nostro sistema valoriale e per questo le aziende vincenti punteranno sempre più a riportare la human experience e la partecipazione degli utenti al centro del rapporto con il brand, andando al di là degli aspetti meramente transazionali».