Lavoro post laurea, in Italia è un miraggio
Sei ragazzi italiani su dieci (il 59.8%) trovano occupazione a tre anni dal conseguimento della laurea, una percentuale europea in crescita di circa dieci punti rispetto al 2014 (secondo dati Eurostat), ma ancora lontana dalla media Europea. È quanto emerge dalle ultime statistiche Eurostat relative al 2018, secondo le quali l’Italia risulta il Paese peggiore dopo la Grecia: oltre il 40% dei giovani che si laureano non trova (o non cerca nemmeno) lavoro nei tre anni che seguono la laurea.
Il report dell’Ufficio statistico dell’Unione Europea è stato pubblicato in occasione della “Giornata internazionale degli studenti” (International students’ day), che ricorre il 17 novembre di ogni anno. In alcuni posti, soprattutto per quanto riguarda il Meridione, nemmeno la laurea sembra aprire le porte del lavoro, come succede in Calabria: solo il 29,1% dei laureati trova lavoro entro tre anni dalla fine degli studi. Poco meglio è il destino della Sicilia ( il 30%) mentre in Bassa Baviera la percentuale è del 97%. Inoltre solo un quinto delle donne calabresi laureate (il 21,6%) trova un’occupazione entro tre anni contro la media Ue dell’ 82,1% e quella italiana del 58,1%.
La situazione è ancora più difficile nelle regioni del Sud se in tasca si ha solo il diploma di scuola superiore. Entro tre anni dalla fine degli studi risulta occupato in Italia il 48,9% dei ragazzi, in miglioramento di 12 punti sul 2014, contro il 76,5% della media europea. Uno studio OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha pubblicato un’analisi relativa ai dati sulla disoccupazione, mettendo in evidenza un tasso del 5.9% (Paesi Ue). Anche qui il trend sui migliori Paesi è il medesimo, con Germania, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Belgio, Svezia, Estonia e Austria ai vertici, presentando le migliori performance sul mercato del lavoro, mentre Italia, Grecia e Spagna si collocano qui prime in classifica, col più alto indice in termini di tasso disoccupazione.