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Musica, disastro annunciato causa Covid

By Giovanna Molino
30 Aprile 2020
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Il Coronavirus ha scombussolato l’industria della musica. Un colpo all’intero panorama musicale mettendo in crisi artisti e addetti ai lavori. Secondo i dati dell’Associazione Internazionale dei discografici IFPI, nel nostro Paese il  76% di chi ascolta la musica lo fa in auto e il 43% nel tragitto casa-lavoro. 

Un ottimo 2019

La crisi sanitaria arriva dopo un anno e sempre secondo i dati IFPI, nel 2019 l’Italia aveva invece mostrato una crescita complessiva dell’8%. L’incremento più importante negli ultimi 5 anni, per un valore di 247 milioni di euro. Un successo divenuto grazie allo streaming con +26.7%. Ciò vale a dire che il digitale ha ottenuto nel nostro Paese una parte che rappresenta oggi oltre il 70% di tutti i ricavi. Notevole è il sorpasso dell’audio streaming free che viene sostenuto dalla pubblicità sullo streaming video. Per un valore di 21 milioni di euro contro i 18 milioni, consacrando ancora una volta l’efficacia delle piattaforme come YouTube. 

Il declino del segmento fisico

Il netto calo sono l’acquisto negli store fisici e con l’emergenza sanitaria in corso la situazione peggiora. Il tonfo è del 13.8%, portando i CD a -20.9%, dove al confronto il vinile regge meglio con il +7.3%. 

Il commento

<<Con i negozi e le catene di intrattenimento chiuse, la vendita è ferma e numerose sono già le pubblicazioni rimandate dopo l’estate. Le sale di registrazione sono diventate inaccessibili fino a data da destinarsi.  E la situazione porta ad un quadro fortemente negativo per l’intero settore. Dalle prime settimane emergono cali sul segmento fisico. Ovvero CD e Vinile che perdono oltre il 60% sui diritti connessi, e oltre il 70% per chiusure di esercizi commerciali e per assenza di ogni tipo di evento. Addirittura anche lo streaming è in calo dove troviamo la mancanza di mobilità che predilige un’ascolto molto giovane, sia in macchina che in cuffia camminando. E l’assenza di nuove uscite discografiche soprattutto della forte riduzione, fino alla netta mancanza del mondo dell’ Hip Hop. Che solitamente trascinano l’incremento massiccio di ascolti>>. Ha sottolineato Enzo Marra amministratore della Fimi. 

Il decalogo chiesto al governo

Le principali associazioni dell’intera filiera hanno presentato un decalogo al Premier Giuseppe Conte. Dove tra le richieste presentate si chiedeva di: 

– Portare il Fondo Emergenze introdotto dal DI Cura Italia a 200 milioni. 

– Di dare un contributo a fondo perduto per i mesi andati persi per il lockdown. 

– Sospensione di tasse e contributi per il settore. 

– Estensione durata voucher dai 12 ai 18 per l’annullamento dei concerti. 

– Creare un Bonus Cultura per le famiglie dell’intero comparto. 

– Di approvare l’Iva al 4% per musica e spettacolo. 

– Applicare un Fondo di Emergenza per i precari del settore. 

– Fare una revisione delle pendenze erariali per tutti gli organizzatori dei spettacoli live. 

– Appianare tutte le incongruenze dell’applicazione dell’Iva sugli eventi. 

– Avviare un’apertura di un piano di lavoro ovvero una task force per la ripresa delle attività. 

– Dare certezza sui tempi di ripresa.

E agli inizi di aprile Assomusica, l’Associazione degli Organizzatori e Produttori di Spettacoli di Musica dal Vivo, ha ottenuto una prima risposta positiva. Il Governo ha approvato alcune delle misure a sostegno del settore che da settimane erano state presentate. Tra le richieste accolte, troviamo l’introduzione di un voucher in sostituzione dei biglietti già acquistati. Che consente agli spettatori di non perdere il proprio concerto ed alle aziende di non andare in Down. 

Perdite inestimabili

Il settore vale quasi cinque miliardi che occupa oltre 169 mila persone. Un danno oltre 600 milioni, questa è la cifra che si supererebbe a fine anno per le imprese del settore. Questo è quanto emerge dai dati di Italia Creativa confermati da Ernst & Young. Inoltre Assomusica ha fatto sapere che a fine stagione estiva la stima delle perdite, ammonteranno a 350 milioni solo per il settore live. Se si considerano anche circa 60 mila persone che lavorano solo per gli eventi di musica Popolare-Contemporanea. 

“Una crisi che sta continuando ad avere effetti catastrofici su migliaia di musicisti e tecnici. Al momento senza attività e senza prospettiva in un momento così tragico”. 

Tutti gli eventi rimandati e annullati

Ad oggi le ripercussioni sui show rimandati o annullati sono numerosi. Di seguito troviamo solo alcuni dei live di solisti e gruppi musicali che hanno dovuto fermarsi. Cancellati a Milano, il Milano Summer Festival. A Pistoia cancellate le date italiane dei The Script previste il 9 e 10 luglio. Dove sempre nella stessa città è stato annullato anche il Pistoia Blues Festival. Eliminato anche il live di Santana, previsto il 14 marzo scorso all’Unipol Arena di Bologna. Rinviate invece le date di Torino e Bologna di Harryes Styles previste per il 15 e 16 maggio. Programmate a febbraio 2021 rispettivamente  il 12 a Bologna e il 13 a Torino. La star Dua Lipa doveva esibirsi in un live il 30 aprile al Mediolanum Forum di Assago, Milano, riprogrammato il 10 febbraio 2021. Anche James Blunt doveva esibirsi al Mediolanum Forum nelle date di marzo precisamente il 25, 27 e 28. Posticipate al prossimo autunno, 30 settembre a Roma, 2 ottobre Padova e infine 3 ottobre Milano. 

Show di artisti italiani

Il Playlist World Tour di Salmo rinviato ad autunno 2020. Slitta addirittura al 2021 il tour europeo di Mahmood. Live che partiranno a febbraio 2021 da Losanna, mentre il tour italiano al momento è confermato per il prossimo autunno 2020 con un’ipotetica data del 3 novembre a Milano. Francesco de Gregori posticipa i live previsti nei club italiani di aprile e maggio confermati per novembre e dicembre prossimi. Rimandato in autunno “In persona tour” di Marracash. Con una prima data al 13 settembre a Milano. Il “Testa o Croce tour” dei Moda’ previsto per lo scorso marzo e slittato al prossimo ottobre. 

Cosa accadrà agli eventi estivi?

Tanti sono gli eventi estivi ancora in bilico. “I concerti sono ancora praticamente in piedi” fanno sapere i discografici di tanti artisti di maggiore spessore del panorama della musica italiana. 

<<Abbiamo bisogno di una risposta che probabilmente arriverà con la fine del lockdown il 4 maggio>>. 

A tal proposito si espone anche il manager di Tiziano Ferro, Fabrizio Giannini. 

<<Ricevo i rendiconti dei biglietti venduti e mezzo milione di persone hanno già il loro posto, per i concerti negli stadi di Tiziano. Con lui abbiamo la prima data del tour il 31 maggio, ed ogni giorno che passa le nostre speranze diminuiscono>>. 

Altri gli eventi importanti in dubbio, dal Rock in Roma previsto il 13 giugno al Vasco No Stop Festival dal 10 giugno. Anche il Tour di Cesare Cremonini previsto dal 21 giugno è in forse. E si aggiunge anche Ultimo al via con la Data Zero a Bibione il 29 maggio. Il live di Salmo allo stadio di Bibione il 9 giugno e a Milano il 14 giugno a San Siro. Per ora dalle agenzie dei live interessati tutto tace ed i biglietti risultano ancora validi. 

Secondo le stime di Assomusica a fine maggio saranno in totale 4.200 gli eventi saltati. Ciò comporteranno 63 milioni di perdite in poco più di due mesi solo per quanto riguarda i live. A questi si aggiungeranno altri 130 milioni delle perdite legate all’indotto.

Tagsassociazione internazionale dei discograficiconcerticoronaviruscovid19ifpiindustria discograficaMusicasars cov 2
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