Cannabis, l’ONU riconosce il valore terapeutico
Dopo un lungo processo durato oltre due anni della 63esima sessione della Commission on Narcotic Drugs riconvocata dal 2 al 4 dicembre 2020, l’ONU ha riconosciuto ufficialmente il valore della Cannabis ad uso medico-terapeutico. Modificate quindi quelle che sino a qualche mese fa erano le sprezzanti classificazioni della convenzione del 1961 eliminando la Cannabis dalla tabella IV. Ovvero quella delle sostanze a rischio di pesante abuso e con assenza di utilità a livello terapeutico. Resta comunque nella tabella 1 che equivale sempre a quella delle sostanze pericolose. Ma la svolta avvenuta resta di fatto storica e sfatando il famoso tabù tanto temuto dando inizio ad un vero cambiamento.
Cosa sarà possibile da oggi?
La Cannabis non sarà più soggetta a “speciali misure di controllo” previste per le sostanze classificate nella tabella degli stupefacenti. Inoltre, sarà possibile in tutti i paesi introdurre legislazioni a sostegno della ricerca. Sia per la sua produzione e sull’uso terapeutico senza più alcun alibi della sua presenza nella tabella della convenzione sugli stupefacenti.
L’uso di Cannabis in Italia
Ormai da 13 anni nel nostro Paese l’uso alla Cannabis terapeutica è consentito, ma solo in possesso di regolare prescrizione medica. Ma più delle volte il fabbisogno è superiore alla produzione e all’importazione del farmaco stesso. Purtroppo la scarsa informazione in merito alle sue proprietà terapeutiche, rende l’approvvigionamento della terapia dei pazienti un fenomeno davvero complesso. Al punto che in tanti si vedono costretti a ricorrere all’autoproduzione.
Infatti secondo il Report Estimated World Requirements of Narcotic Drugs 2020 dell’International Narcotics Control Board, il nostro Paese ha un fabbisogno di oltre 1.950 kg all’anno di Cannabis medica. Dove al fronte di tale richiesta, sulla base di quanto è stato pubblicato sul sito del Ministero della Salute, si evince che lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, nell’anno 2019 ha così distribuito alle farmacie Cannabis per soli 157 kg. Dove infatti lo Stato italiano rispondendo alla domanda interna ha acquistato 252 kg di prodotti dall’Olanda.
Il caso De Benedetto
Tra i tanti, il caso che è stato oggetto della cronaca è stato quello di Walter de Benedetto paziente affetto da una malattia neurodegenerativa invalidante che assume Cannabis medica a contrasto di questa grave patologia.
Il paziente è stato indagato per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso, visto che da solo non riusciva a procurarsi tale medicinale, il tutto mentre nonostante De Benedetto era in possesso di regolare prescrizione medica soprattutto grazie all’appoggio di Campagna Meglio Legale, che si è appellato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere rispetto e diritto alla cura.
Cosa cambia per l’italia? E cosa si spera?
Da oggi non esistono più scuse per evitare sia il completamento del quadro normativo e al tempo stesso anche ampliare la produzione italiana di Cannabis terapeutica, partendo soprattutto dagli impegni presi in carico dallo Stato a fine anno 2017 nel Decreto fiscale. Mentre al momento sembra tanto difficile la realizzazione di triplicare la produzione di Cannabis Terapeutica a cura dell’Istituto di Firenze.
E ancor più lontana si colloca l’idea dell’apertura e della produzione nazionale ai privati dove ormai è indispensabile. E d’altronde utopia sembra la formazione del personale sanitario oltre alla copertura da parte del Servizio Sanitario Nazionale per i pazienti che necessitano di cure, da mesi la Società Civile chiede di non fare passi indietro, dove varie circolari e decreti ministeriali hanno messo in una vera e propria crisi i pazienti, farmacisti e medici italiani.
Un lungo processo con svolta storica
Oggi questa è una vittoria delle Associazioni che hanno combattuto insieme a livello nazionale, europeo e globale. Si sono uniti in un’unica forza per questa svolta storica.
Difatti anche da parte dell’OMS è un successo storico dal giorno della presentazione. Infatti, è davvero raro che il parere scientifico dell’Ordine Mondiale della Sanità arrivi in aula per uno scrutinio. Soprattutto non approvato all’unanimità dove la ferrea opposizione ideologica di paesi come la Russia la Cina e numerosi Paesi asiatici e africani ha pesato non poco.
Il parere positivo dell’Unione Europea, Italia inclusa è stato determinante per spostare l’ago della bilancia votando a favore di 4 delle 6 raccomandazioni. Dei 53 Stati quasi tutti appartenenti all’Unione Europea, ininfluente è stata l’opposizione dell’Ungheria e alle Americhe hanno votato a favore. Hanno raggiunto così la maggioranza di un unico voto, a quota 27 dove appunto gran parte dei paesi asiatici si sono opposti.
Il commento
Anche il Segretario Nazionale di Forum Droghe Leonardo Fiorentini, commenta questa importante svolta.
«Questo cambiamento faciliterà la ricerca scientifica sulla Cannabis nota negli efficaci benefici nella cura dell’epilessia, della sclerosi, morbo di Parkinson, del dolore cronico e del cancro. È davvero importante perché oggi la massima autorità sanitaria mondiale è riuscita a fermare la guerra alla droga e a convincere che la Cannabis non è affatto “La pianta del demonio”, ma bensì una risorsa terapeutica. Al tempo stesso il vento ideologico del proibizionismo è ancora molto forte da spazzare via nel mondo, dove infatti a dimostrarlo è stato il margine risicato ovvero i 27 voti a favore contro 25, 1 astenuto e la successiva bocciatura delle ulteriori raccomandazioni».